Merenda nell'oliveta 2025

Caltabellotta (AG)

Adagiata a circa 950 metri sul monte Kratas, un lembo meridionale dei Monti Sicani, sorge una delle più antiche città della Sicilia: Caltabellotta. Paese di impianto medioevale di straordinaria bellezza per la sua posizione, custodisce importanti tesori artistici nelle sue chiese. La Matrice fu sede della famosa Pace di Caltabellottaall’epoca dei Vespri Siciliani. Le quattro necropoli che circondano la città attestano una presenza sicana riconducibile all’età del bronzo antico. La sua posizione straordinariamente forte ha fatto di questa cittadina montana un punto strategico rilevante che l’ha resa protagonista, per oltre duemila anni, della storia di tutto il territorio che va dal fiume Belice al fiume Platani. Contesa, dominata, saccheggiata e distrutta dai popoli che hanno occupato la nostra Sicilia, è sempre riuscita a sopravvivere e a rigenerarsi cambiando talvolta la sua ubicazione e perfino la sua onomastica. Due grotte, situate sulla cima del Monte S. Pellegrino, riportano le sue origini ad un’età preistorica. Sul vicino monte Gulèa in età protostorica si formò il primo nucleo di un insediamento che, estesosi prima al contiguo terrazzo S. Benedetto e poi ai villaggi vicini, diede vita alla città di Inycon.

L’acropoli inizialmente sorse sulla cima del monte Gulèa, ma intorno al XIII sec. a.C. la sede reale venne trasferita sulla vicina rupe denominata Camico, oggi Gogàla, eponimo del suo illustre sovrano, Cocalo.  Divenuta leggendaria per aver resistito a cinque anni di assedio, viene oggi annoverata tra le più famose acropoli dell’antichità, insieme alle coeve Micene, Pergamo di Troia e Cadmea di Tebe. La città raggiunse un elevato sviluppo nel VI sec. a.C. ma, a seguito della sua ellenizzazione, dovette cambiare il suo nome sicano Inycon, ricordato per l’ultima volta da Erodoto e da Platone (V sec. a.C.), in quello greco di Triokala, citato per la prima volta da Filisto di Siracusa (V sec. a.C.). Il nuovo toponimo sintetizza tre qualità vantaggiose: abbondanza d’acqua, fertilità del suolo ed un forte sistema difensivo (Diodoro). A partire dal IX secolo Caltabellotta venne conquistata dagli Arabi i quali le diedero una nuova denominazione Qal’at al Ballut, ovvero “rocca delle querce”. Terravecchia la zona alta e più antica, dominata da uno spuntone roccioso detto ‘pugno di Giove’ sul quale si trovano i resti del Castelvecchio, si sviluppa attorno alla Chiesa madre dedicata a Maria Santissima Assunta, Sempre in questa zona sorgono la Chiesetta di San Salvatore, la Chiesa di San Francesco di Paola (del secolo XII), la Chiesa di Santa Maria della Pietà, in parte scavata nella roccia. Nel centro del paese troviamo la Chiesa del Carmine, facente parte nel ‘500 di un convento Carmelitano, ai piedi della rupe Gogàla è ubicata la Chiesa di Sant’Agostino.  Da visitare è l’Eremo di San Pellegrino, un complesso monastico costituito da una chiesa ed un convento, abbarbicato sul monte omonimo. Incastonata tra le rocce del monte Kratas si trova la Chiesa della Pietà.  Altre chiese sono quella dei Cappuccini, alla periferia meridionale del paese, la Chiesa del Collegio, la Chiesa dell’Itrianel cuore del centro storico, edificata tra la fine del ‘500 e la prima metà del ‘600, il Santuario di Montevergine, situato ad oriente appena fuori l’abitato di Sant’Anna.

Informazioni

Programma

MOMENTO SPECIALE DI APERTURA | Concerto all’Alba – “Luce d’Olio”

Sabato 21 giugno 2025, ore 5:00
Uliveto panoramico in località C.da Todaro

In apertura dell’evento, proponiamo un momento straordinario: un concerto all’alba in occasione del solstizio d’estate, simbolo di luce, rinnovamento e fecondità. L’olio, frutto della luce solare e della cura dell’uomo, diventa metafora di ciò che lega e nutre, esattamente come il sole che sorge.

Titolo: “Luce d’Olio – Musica per il Giorno che Nasce”

  • Ore 05:15 – Accoglienza dei partecipanti con stuoie e coperte nell’oliveto
  • Ore 05:30 – Concerto acustico tra gli ulivi
  • Ore 05:45 – Momento simbolico condiviso: “L’olio che unisce”
  • Ore 06:00Colazione rurale con pane, olio e tisane alle erbe locali

Obiettivi:

  • Celebrare il solstizio d’estate come rinascita della luce
  • Esaltare l’olio come luce liquida e bene culturale
  • Offrire un’esperienza di connessione spirituale e sensoriale
  • Creare un inizio poetico per la giornata di festa

L’evento prosegue nel pomeriggio all’interno dello stesso uliveto, trasformato in uno spazio accogliente e suggestivo grazie a un’illuminazione calda e naturale, per favorire l’incontro e la partecipazione.

Percorso sensoriale per bambini – “L’olio con i cinque sensi”

Attività ludico-educativa per esplorare l’olio attraverso:

  • Tatto: foglie, olive, pietre calde
  • Olfatto: erbe aromatiche e profumi dell’olio
  • Gusto: assaggi con pane
  • Vista: colori dell’ambiente olivicolo
  • Udito: suoni della natura e racconti

Lettura animata – “Storie che uniscono”

Racconti ispirati agli ulivi, alla terra e alle relazioni familiari, letti da volontari tra gli alberi, per trasmettere l’olio come memoria viva e filo conduttore tra passato e presente.

Gioco creativo – “L’olio che unisce”

Laboratorio intergenerazionale per creare etichette personalizzate da applicare a bottigliette d’olio. Ogni etichetta conterrà una frase o disegno ispirato al tema dell’unione.

Merenda contadina

Condivisione di prodotti locali e genuini: pane, olio, formaggi, frutta, dolci tradizionali. Un momento semplice e conviviale per riscoprire i sapori della terra.

Degustazione guidata per adulti – “Olio da scoprire, olio da condividere”

Esperti e produttori locali guideranno i partecipanti alla scoperta dell’olio EVO di Caltabellotta: varietà, lavorazione, profili sensoriali, usi in cucina e benefici nutrizionali.

 

“Merenda nell’Oliveta – L’Olio che Unisce” vuole essere un evento di bellezza, partecipazione e consapevolezza. Nel cuore dell’oliveto, l’olio diventa simbolo di unione: tra famiglie attorno a una tavola, tra generazioni in un gioco, tra popoli in un racconto comune. Un filo dorato che collega mani, territori e cuori, in nome della cura, della memoria e della convivialità. Il concerto all’alba, come rito di apertura, e le attività del pomeriggio, vogliono restituire al territorio di Caltabellotta un’occasione di incontro autentico, all’insegna della natura, della cultura e della condivisio